DA KUJTIM HAJDARI: "IMPRISONED SOUL - ANIMA PRIGIONIERA"
DI ANGELA KOSTA
Angela Kosta pubblica il suo libro 24esimo libro: IMPRISONED SOUL. Questo è il 3° libro che l'autrice porta ai lettori in lingua inglese. L'opera è stata tradotta dallo scrittore, poeta ed editore di varie antologie Kujtim Hajdari. L'introduzione dallo stesso traduttore, porta ai lettori una dettagliata analisi di quest'opera. Sulla copertina il meraviglioso dipinto della nota artista e poetessa Silla M. Campanini.
ALCUNE CARATTERISTICHE DEL ROMANZO "IMPRISONED SOUL - ANIMA PRIGIONIERA" DI ANGELA KOSTA
Angela Kosta, ormai nota a tutti nel suo paese d'origine e Italia, nonché in tanti paesi del mondo per la sua attività di: giornalista, scrittrice, poetessa, promotrice e traduttrice, sin dalle sue prime opere, si distingue per il suo talento e la sua arte di scrivere, regalandoci libri come il romanzo appena pubblicato "PRISIONED SOUL - ANIMA PRIGIONIERA" che ci impressiona e ci colpisce, portando sulle sue pagine e, contemporaneamente dinnanzi ai lettori: eventi, descrizioni, dialoghi che sono in piena simbiosi con la realtà del nostro tempo in cui viviamo.
Ciò che l'autrice descrive, fa indurre il lettore a interagire con questa realtà e con i personaggi che ci presenta, ad essere tanto reali nonché affidabili, a tal punto che a volte, il lettore stesso si sente ad essere in mezzo ad essi, attraversando i stessi tormenti e gioie che, non solo attraggono e sono espressivi, ma lasciano pure tracce nella memoria, amandoli.
E con ciò, l'autrice raggiunge l'alto livello e l'obbligo che ogni artista e scrittore ha, nel far trasparire la realtà in un modo artistico del tutto naturale, credibile e bello, cioè, creativa, esprimendola con tutta l'abilità e la forza della sua fantasia, raggiungendo così, il compito più importante: quello di fare il modo che la sua opera non sia solo un'educazione per il lettore, ma trovare anche una bella e dettagliata descrizione di questa realtà, così come mantenere pure un atteggiamento analitico e psicologico convincente dello scrittore. Tutto questo, è non solo per "spingere" oltre il lettore, (nel senso buono della parola), ma anche per suscitare l’obbligo morale, oltre il piacere di imparare e apprendere solamente i lato positivo da ciascun personaggio.
Direi che questa caratteristica, si nota in tutto il romanzo. Proprio come un bravo scultore scolpisce con cura la sua opera, così anche l'autrice Kosta, osserva attentamente, con la sua ottica da artista, ogni scena, ogni evento, ogni dialogo aggiungerei e, ogni singola parola nel suo libro.
E' difficile trovare nel romanzo elementi in eccesso. Seguendo gli eventi con tale cura, sia nel tempo nonché nello spazio, spesso Kosta interviene con i suoi pensieri e le sue analisi, sezionando e dissodando molto bene il mondo dei personaggi, riflettendo in modo profondo e decisivo gli eventi e la scena degli eventi. Ciò è abbastanza positivo, poiché non aggrava mai la narrazione dell'evento con i suoi interventi.
Come autrice, lei accompagna, irradiando sentieri e vicoli, dove desidera che la sua opera potesse passare. Questo lo notiamo anche quando segue e guida con maggior attenzione, la protagonista del romanzo, Vilma, la quale, dopo aver perso tutta la sua famiglia nel disastro del Canale di Otranto, e anche la sua voglia e speranza di vivere, l'autrice la mette a contatto con brave persone e ambienti accoglienti, per far sì, che questo personaggio "annegato" dentro sé, ricominciasse lentamente a riprovare ed avere l'amore per la vita e nutrire la speranza, crescendo la voglia di affrontare il futuro e questo, non solo diventare qualcosa per se stessa l'indomani, ma farlo anche per chi non c'è più, che, sicuramente si sentirebbe molto orgogliosa e felice di vederla così.
Davanti a Vilma passa tutta la sua vita, il suo passato in Albania, il disastro della tragedia sul Canale di Otranto, le interminabili giornate in ospedale, il prezioso aiuto dell'infermiera Sabrina e di sua sorella Barbara, l'accoglienza e e soprattutto la premura delle loro amiche Sara e Cinzia, ecc. Come su uno schermo, le appare il centro d'accoglienza di emigranti con responsabile Loredana, pronta e preoccupata di aiutarla, la terribile scena dell’atroce e indescrivibile dolore nell'identificazione dei corpi, e tanto altro. Tutto ciò la fa riflettere, le fa sentire i suoni dei campanelli della grande consapevolezza e coscienza, di dare il meglio di sé, come segno di gratitudine verso tutti coloro che con grande affetto, l'hanno accolta e aiutata, studiando e lavorando con dignità verso il futuro che la attende a braccia aperte.
Tutto questo, le apre le porte della speranza, le restituisce il desiderio e la volontà, perciò promette a sé stessa di non deludere nessuno, prima di tutto i suoi familiari che hanno sacrificato la loro vita, poi sé stessa e tutta la grande nuova famiglia che l’hanno tirata fuori dal tunnel della depressione.
E Vilma, quell'Anima prigioniera, dal dolore (di cui ha preso il titolo il romanzo), la mette in libertà, prendendo in mano la sua vita.
Non mi fermo negli dettagli delle scene, per non togliervi non solo la curiosità ma anche il piacere della lettura, ma volevo chiarire che, seguendo passo dopo passo la protagonista e il modo in cui accende le luci, contemporaneamente realizza due importanti e attuali idee: ovunque nel mondo, esistono buone persone, predisposte ad aiutare gli altri in caso di disgrazia, a volte anche indirettamente, con l'invito che tutti guardino la società con lo stesso occhio, aiutando e facendo il possibile per aiutare chi esige tale necessità.
Questi due punti di vista li vediamo realizzarsi in secondarie linee del romanzo: in Sabrina, (l'infermiera), e sua sorella Barbara, operatrice nel centro di emigrazione, di Loredana anche, responsabile del centro, delle autorità statali che la aiutano a ottenere il permesso di soggiorno con tutti i documenti necessari per accedere all'università.
Inoltre, nel romanzo troverete tante scene ed eventi scritti con finezza, che ci toccano con la loro cultura, il loro comportamento, la vicinanza e l'aiuto a Vilma, oltre ai loro problemi familiari che in nessun modo, non mancano in tutte le parti del mondo.
Con tanta maestria, queste linee secondarie, come quella delle sorelle Sabrina e Barbara, con i loro amori e le loro disgrazie e, quella di Sara con Antonio, i quali occupano un considerevole posto nel romanzo, realizzando importanti idee di una società moderna, che, dinnanzi ai grandi interessi vitali della famiglia, a volte si deve e si possono perdonare alcuni errori in una coppia, questo, ancora di più, quando l'amore consiste in entrambi. Con ciò, l'autrice ci ricorda che, la famiglia dovrebbe essere considerata sacra, proprio come dovrebbe essere candida anche la "cellula" dell'intera società.
Così si vedono anche i problemi dell'altra coppia Cinzia-Alessandro; riportandoli in questo romanzo, l'autrice sottolinea che, anche l'Amore va nutrito e tenuto stretto in vita, oltre il lavoro e gli altri obblighi familiari, altrimenti sbiadisce, si raffredda, svanisce, finisce…
Concludendo, vorrei aggiungere qualcosa sul linguaggio del romanzo e sulla sua sintassi.
In quest'opera non troverete frasi comuni, ripetizioni inutili, banalità o frasi che citano odio e rancore. Sebbene l'autrice abbia vissuto per decenni all'estero, mantiene comunque pulita la sua lingua d'origine, scegliendo sempre con cura le parole, dal punto di vista lessicale. Non troverete parole in dialetto a volte difficili da capire, poiché Kosta utilizza un linguaggio puro, il quale lo combina con la sintassi, le frasi e i punti, rendendo così più espressivo possibile il libro. Anche dal punto di vista della sintassi, è da notare che le frasi e i periodi non annoiano e sono sempre messi al disposizione delle scene in cui si svolgono gli eventi.
Guardandolo interamente, il romanzo è un'opera ben compiuta, il quale interessa a tutti, per i messaggi che trasmette e l'importanza dei suoi valori, sia sociali che artistici - letterari.
Kujtim Hajdari - Recensione del libro "Imprisoned Soul" dell'autrice Angela Kosta